venerdì 17 gennaio 2020

In Transilvania, sulle tracce del Conte Dracula

1934:
“Mi unii ad una comitiva armata di falci e roncole e con i lattanti al collo. Le ampie tuniche tessute a mano erano rimborsate in vita da cinture larghe come sottopancia, alcune borchiate, e quelli che non erano a piedi nudi calzavano gli ormai familiari mocassini dalla punta ricurva legati da corregge di cuoio. Indossavano rozze giacche di vello di pecora con il pelo all'interno e i copricapi - coni bulbosi di pelo nero o bianco alti una trentina di centimetri - conferivano loro un’aria selvaggia e ardita.”

 
Siamo in ROMANIA, l'antica provincia romana della DACIA!

Per iniziare a parlare del mio piccolo tour mi sono servito di Patrick Fermor (Fra i boschi e l'acqua) che, quasi 100 anni fa, si apprestava ad attraversare a piedi queste terre, in un lungo viaggio dall'Inghilterra fino a Costantinopoli.
Quello che vide e visse sulla sua pelle è un po’ quello che si può ritrovare anche oggi, soprattutto nelle zone rurali.
La Transilvania, dal Medioevo ad oggi, infatti, ha subito pochissimi cambiamenti; l’agricoltura è ancora la forma di sostentamento più comune, tramandata a costo di dolore e fatica perché, oltre le invasioni ed i cambi di "proprietà" che ha sempre subito, è stata conservata tale anche il regime comunista, non facendola progredire, ma neanche snaturandola. Ancora oggi percorrere la Transilvania dà la sensazione di camminare in un limbo indefinito che spazia dai nostri giorni al Medioevo. Ed è una gran fortuna!


Ecco com'è andata....
Dopo aver prenotato il volo per Bucarest non sapevo ancora cosa sarei andato a cercare né cos' avrei potuto trovare in Romania. Avevo solo una vaga idea di quel che poteva interessarmi e, nel mio immaginario, come penso sia in quello della maggior parte della gente, mi sarei aspettato una Transilvania verde di boschi, irta di valli buie e tetre e costellate da fortezze e castelli. Quest’immagine deriva più dai film sul vampiro più famoso del mondo che da una vera e propria conoscenza della regione.
Un viaggio inizia sempre allo stesso modo, alla ricerca di documenti, romanzi, articoli di giornale e guide. Di solito mi piace vedere i luoghi dov'è passata la Storia, particolarità che caratterizzano la zona, i posti meno frequentati dalla gente... E così ho iniziato a farmi un’idea su quello che avrebbe potuto piacermi e che mi avrebbe spinto nella faticosa scoperta di una parte di mondo che ancora non conoscevo.




Dracula, il conte Vlad.

“In Romania è sempre stato chiamato Vlad Tepes (L’impalatore), ma per gli stranieri, che avevano in mente suo padre, Vlad il Drago (Vlad Dracul), egli era il figlio del Drago.
Fu l’esotico e dragonesco trisillabo, accompagnato da una vaga aura di crudeltà sanguinaria, a dare a Bram Stoker l’idea del <<Conte Dracula>> vampiro, che di notte vola in frac e affonda gli incisivi nella gola delle sue vittime [...].
Il fatto che la Transilvania sia effettivamente una terra di castelli, foreste, conti e vampiri, e alcuni confusi filoni di storia regionale siano in qualche modo riusciti ad aggrovigliarsi nell'atmosfera del romanzo, lo ha sempre escluso da qualsiasi possibilità di gradimento. Gente che dovrebbe sapere come stanno le cose sfrutta la confusione tra le due figure, e quando viene indicato <<il castello di Dracula>> a una vagonata qualsiasi di turisti, sospetto che non sia la figura storica quella che appare nelle loro menti – il principe con il copricapo piumato: gli occhi sporgenti, i baffi fluenti […] -, bensì un azzimato conte da operetta, con cappello a cilindro, mantello foderato di seta e qualcosa di strano agli incisivi; un tizio che andrebbe bene anche per la pubblicità del dopobarba, per le lezioni di tango o per segare a metà una signora chiusa dentro una cassa in uno spettacolo di varietà.”


Ho iniziato il mio racconto parlando di Dracula e in Transilvania c’è un castello meta di migliaia di turisti ogni anno, proprio perché attribuito alla figura del “Conte Dracula”. Si tratta del castello di Bran, località a ridosso dei monti Carpazi il cui castello non ha alcun tipo di legame con il famoso personaggio Rumeno.
La leggenda creata da un romanzo intorno a questo personaggio è puro frutto della fantasia di uno scrittore irlandese che, probabilmente, non mise mai piede in Romania. Vlad III nacque probabilmente a Sighisoara, di cui parlerò in seguito, e venne inviato dal padre in Turchia, a suggello del patto che la regione amministrata dal padre aveva fatto con il governo Ottomano.

Una volta tornato in patria Vlad trovò la famiglia barbaramente uccisa ed iniziò così la sua feroce opera di rivincita e vendetta. Venne denominato “Tepes” dai turchi, ossia “l’impalatore”. Sadica pratica di tortura che Vlad III usava contro i suoi nemici, meglio ancora se Turchi. 
Il mito di Dracula è alimentato dal nome che egli stesso si attribuiva: Vlad Dracul. Ciò stava solo a significare che Vlad era figlio “del Drago”, ordine cavalleresco di cui era stato insignito suo padre. Tale ordine era stato istituito dall’imperatore Austriaco Sigismondo e che aveva il compito di difendere la famiglia reale da eventuali attacchi.

Il bellissimo castello di Bran era un' importante stazione di frontiera posta al confine tra la Transilvania e la Valacchia, una vera e propria dogana dove venivano pagati i tributi per le merci trasportate.
Il castello in sé è splendido, un bellissimo esempio di struttura militare adibito, in seguito, ad alloggio dei Reali di Romania; nel 1920  il castello venne donato alla Regina Maria come ringraziamento ai sovrani per il loro impegno nell'avvenuta unificazione della Romania.
L’arredamento interno è l'originale che derivò dalle ristrutturazioni fatte per ospitare i Reali, le sale danno un'idea dello stile di vita dei primi del novecento, nonostante una location d'eccezione come lo splendido castello medievale.

Per concludere con Dracula è doveroso dire che nel castello di Bran sono state dedicate due sale al vampiro di Bram Stocker; in queste stanze viene spiegato chi era Vald Tepes e come si è arrivati al mito di Dracula.







Rasnov (come si evince dalla scritta...)

A pochi chilometri di distanza dal castello di Bran si trova la cittadella di Rasnov, appollaiata sulla cima di una ripida collina che si affaccia su una vasta pianura coltivata. I Carpazi meridionali come corona. 
Arrivando da Bran la cittadella affascina man mano che ci si avvicina. Il paese ai suoi piedi e la fortificazione sono una visione d’incanto, rovinata solo dall’Hollywoodiana scritta a caratteri cubitali arroccata sulla collina: “Rasnov”.... Altrimenti è possibile scambiarla per qualcos’altro!
All’interno della cinta muraria i pochi edifici che ancora hanno una copertura sono stati adibiti a negozi di souvenir e la piccola colonia di gatti che abitano la fortificazione danno quel tocco di "selvaggio" che collane e magliette vogliono a tutti i costi stemperare.

A presto per la seconda parte con il vero gioiello della Transilvania....

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